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mercoledì 08 marzo 2017

La Ca' Rossa di Marinetti

Ca rossa

 

La "Ca' Rossa" – così chiamata per il colore rosso della facciata e per le decorazioni in terracotta – si trovava in Corso Venezia, al numero 61. Fu costruita nel 1837 dall’architetto Gaetano Casati per il barone Gaetano Ciani e si trovava all’angolo con Via Boschetti. Era molto bella, perché al pian terreno c’erano tutte finestre mentre il primo piano era sovrastato da una un lungo balcone che quasi seguiva il perimetro del palazzo. Sulla sommità del palazzo c’era un grande timpano con una raffigurazione particolare, la Francia che tende la mano all’Italia, ma c’erano molte altre decorazioni che impreziosivano la struttura. Sul finto portone al centro della facciata, per esempio, c’erano dei bassorilievi che raffiguravano tra le altre cose, Vittorio Emanuele II che incontra Garibaldi.

 

Nel 1911, la Ca’Rossa diventa il quartier generale del futurismo ed è presto frequentata da Filippo Tommaso Marinetti e da altri letterati, artisti, musicisti, danzatori italiani e stranieri, attratti dalla personalità del padrone di casa.

 

Nel 1915 tra gli ospiti appare Igor Stravinskij, che aveva stretto amichevoli rapporti con i futuristi italiani, che riteneva "assurdi,  ma in modo simpatico" e con Filippo Tommaso Marinetti, "una vera balalajka" come ricorderà in Chroniques de ma vie, "un chiacchierone instancabile - ma anche il più gentile degli uomini". La loro intesa creativa si concretizza in tre serate a casa Marinetti, la "casa rossa": nel "salotto orientale del vate egizio", tra "ninnoli" e "grossi insetti elettrici" attaccati ai muri, sfilano i volti di Carrà, Boccioni, Mjasin, Prokof'ev, Djagilev, il pianista russo Kpzy, Buzzi, Cangiullo, Růžena Zátková, i fratelli Russolo e il duca Visconti di Modrone, direttore della Scala di Milano.

 

La casa non subì stravolgimenti strutturali fino al 1928, quando venne privata delle decorazioni e fu rialzato di tre piani, poi negli anni di un quarto.

 

Oggi la struttura originaria non esiste più e solo qualche dettaglio ricorda vagamente lo splendore che fu. Ed eccola qui:

 


 

 

 



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